L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, fondata a Genova il 26 ottobre 1920, attraverso i propri organi e le proprie strutture nazionali e territoriali, esercita le funzioni di rappresentanza e di tutela degli interessi morali e materiali delle persone cieche e ipovedenti a essa riconosciute con D.L.C.P.S. 26 settembre 1947, n. 1047 e confermate con D.P.R. 23 dicembre 1978. L’UICI Esplica la propria opera con apartiticità e aconfessionalità, ispirandosi ai principi della democrazia e della Costituzione della Repubblica Italiana, dell’Unione Europea e della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle persone con disabilità.
Fin dalla sua fondazione e in oltre 100 anni di storia, l’UICI ha perseguito la piena inclusione dei disabili visivi ponendo all’attenzione della società e della politica le necessità e i bisogni dei ciechi e degli ipovedenti, oltre un milione di persone con età, condizione, cultura, esigenze e potenzialità diverse che chiedono di essere considerate semplicemente come cittadini alla pari degli altri.
Nel rivendicare con forza la apartiticità dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, precisando che la candidatura del Presidente nazionale al Senato della Repubblica non è rappresentativa dell’associazione, ma “riguarda esclusivamente la persona del dottor Barbuto”, il Consiglio della Sezione di Napoli, nella consapevolezza che sono ancora troppi i diritti negati ai cittadini con disabilità e che troppe leggi vengono mal applicate, o peggio eluse, in vista delle elezioni in programma il prossimo 25 settembre, sottopone ai candidati di tutte le forze politiche i seguenti temi su cui auspica un adeguato confronto:
– adeguamento delle indennità e delle pensioni di invalidità, già prossime, per molti, a condizioni di miseria e ora sempre più insufficienti a offrire una vita dignitosa.
– Inclusione scolastica, formazione e Diritto al lavoro.
Misure per favorire l’occupazione di persone con ipovisione lieve e media.
Riforma della parte ancora non aggiornata della legge 113/1985.
Piena applicazione della normativa previdenziale anche nei confronti dei lavoratori assunti dopo il 1 gennaio 1996 e dei lavoratori autonomi.
– Strumenti e strutture di sostegno alle persone con disabilità gravi e gravissime.
Dare e restituire dignità di persona ai tanti sofferenti e offrire sollievo e cure amorevoli ai familiari.
– Dopo di noi e caregivers familiari.
Sostenere questa figura parentale e sociale con adeguate misure economiche continuative e specifiche.
– Servizi sanitari e sociali efficienti e pienamente fruibili.
Garantire massima priorità alle cure e all’assistenza nelle strutture sanitarie pubbliche, in continuità con le dimissioni ospedaliere, al fine di completare i percorsi riabilitativi prescritti nei tempi previsti.
– Mobilità autonoma, abbattimento delle barriere architettoniche, sensoriali, digitali e culturali.
Attuare misure per promuovere città, trasporti e luoghi di studio e di lavoro più fruibili e amichevoli per le persone con disabilità e per tutti.
– Diffusione delle tecnologie assistive e accesso garantito al “digitale” soprattutto nella pubblica amministrazione e nelle grandi aziende di servizio.
Prevedere nei programmi nazionali di digitalizzazione misure e azioni adeguate ad assicurare fruibilità e accessibilità di tutte le tecnologie assistive, in una logica di design for all.
– Aggiornamento dei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
Rivisitare e aggiornare i LEA che non variano da oltre cinque anni, per adeguarne risorse e modalità di intervento.
– Revisione del nomenclatore delle protesi del servizio sanitario nazionale.
Semplificare le procedure per ottenere ausili e dispositivi.
Garantire ai fruitori il pieno diritto di conoscere e di scegliere gli ausili ritenuti più adatti per il proprio percorso personale di vita, di studio e di lavoro.
– Revisione della legge sul servizio civile universale.
Incentivare e rendere più appetibile la partecipazione dei giovani.
Semplificare le procedure di gestione.
Allocare maggiori risorse, sia pure a parità di spesa, retribuendo il lavoro utile dei giovani, piuttosto che la mera cittadinanza ed eventualmente attingendo anche dalle spese militari.
– Confronto costante con le Associazioni della disabilità a livello nazionale e territoriale.
Per assicurare una migliore gestione delle risorse del PNRR e dare il massimo spazio possibile alla disabilità anche nei progetti delle altre missioni del piano, in linea con le raccomandazioni già emanate dal ministero alle disabilità.
– Esercizio del Diritto di voto in modo indipendente, personale e libero.
In linea anche con le raccomandazioni delle altre Associazioni d’Europa, attuare modalità e procedure che consentano a ciascun cittadino di votare in libertà, senza dover ricorrere all’accompagnatore in cabina elettorale.
– Attuazione della legge-delega sulla disabilità.
Assicurare la partecipazione diretta delle Associazioni e Federazioni rappresentative in ogni fase di elaborazione dei decreti attuativi, secondo il principio della carta dell’ONU “Niente su di noi senza di noi”.
Definire criteri normativi omogenei applicabili anche nella istituzione del Garante dei Diritti delle persone con disabilità a livello locale.
L’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ritiene che gli obiettivi sommariamente sopra elencati debbano trovare posto e spazio nei programmi elettorali di tutte le forze politiche in competizione, individuando concreti strumenti istituzionali e amministrativi per una loro reale applicazione nella prossima legislatura, mediante norme, disposizioni, provvedimenti e semplificazioni che diano la misura di un cambiamento profondo del Paese e delle sue istituzioni centrali e territoriali.
Al fine di esporre al meglio dette tematiche, il Presidente, i Consiglieri e i referenti territoriali dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Napoli auspicano di incontrare i candidati al fine di esporre al meglio quanto su indicato per far sì che nel prossimo Parlamento la disabilità divenga centrale nell’azione politica, legislativa e governativa.